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INVICTUS BLOG

INTUITIVE EATING

A cura di Melissa Zino

Qualcuno di voi l’avrà già letto nella mia presentazione, per qualcun altro sarà un concetto completamente nuovo, comunque prima di raccontarvi quando, quanto, dove, cosa mangio e come mi alleno, vorrei parlarvi dello stile alimentare che seguo: l’Intuitive Eating.

 

Ho scoperto questa filosofia in un primo tempo grazie al blog di Anne (www.fannetasticfood.com), una nutrizionista americana amante dello sport, ed in un secondo tempo tramite la lettura di alcuni testi fondamentali, acquistati su Amazon.

meliPer chi volesse approfondire l’argomento consiglio questi due testi:
– Evelyn Tribole, M.S., R.D., Elyse Resch, M.S., R.D., F.A.D.A., C.E.D.R.D. “Intuitive Eating A revolutionary program that works” – St. Martin’s Griffin, 2012
-Susan Albers, “ Eat, Drink, And Be Mindful: How to End Your Struggle with Mindless Eating and Start Savoring food with Intention and Joy” – New Harbinger, 2009 

Concetto cardine di questa filosofia risiede nell’ascoltare i bisogni e i desideri del proprio corpo per stabilire un buon rapporto col cibo che si trasforma da nemico (cosa che accade in tutte e, sottolineo, tutte, le diete) a carburante fondamentale per il nostro benessere psico-fisico.

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Enjoy life. Always.

Infatti tutti i regimi alimentari controllati tendono a considerare solamente quella che io chiamo “fame di pancia”. Cercano cioè di saziare il bisogno primario di nutrirsi, con un prestabilito apporto calorico attraverso un quantitativo di cibo che più o meno si ripete anche monotonamente, al fine di diminuire o mantenere un certo peso. Viene completamente trascurata quella che io definisco “fame degli occhi”, ovvero il piacere che si prova davanti ad un piatto curato, colorato, variegato e la “fame del cervello”, forse la più importante.

Colore, cura e varietà non devono mai mancare sulla vostra tavola: Carpaccio di Gravlax, mango e mela verde con finocchietto e pepe rosa.

E qui voglio farvi un esempio che vale più di mille spiegazioni tecniche. Supponiamo che io abbia voglia di un cioccolatino. Bypasso il desiderio perché non è previsto dal mio piano alimentare. Alla mia pancia un cioccolatino non cambia molto ma il mio cervello incassa la negazione. Il giorno successivo naturalmente si ripresenta la voglia di dolce. A questo punto o cedo o, se sono proprio determinata, soprassiedo ancora una volta. E il cervello incassa nuovamente. Ma al terzo giorno il cervello presenta il conto. Non solo mangerò due cioccolatini ma addirittura potrei arrivare al cosiddetto overeating: pensando di aver già rovinato tutto, non essendo stata tanto forte da resistere alla tentazione, tanto vale mangiarsi tutta la tavoletta di cioccolato. I danni conseguenti non devo spiegarli. Dico solo che sarebbe stato meglio ascoltare il piccolo desiderio del proprio corpo e indulgere in un cioccolatino. Se poi si sceglie un buon cioccolato fondente, non solo non si commettono errori ma anzi si hanno anche dei benefici.

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Alcuni esempi direttamente dalla mia dispensa: Cacao in polvere bio, ottimo da aggiungere a smoothies e agli impasti per dolci, Chococioc Zero di Fabbri, una cioccolata light per le fredde giornate invernali, il classico cioccolato fondente Lindt al 72%, due varianti di cioccolato fondente senza zuccheri aggiunti dolcificato con stevia, Chocolat Stella e La Nature.

Ci sono poi tantissimi concetti, molto più specifici e tecnici, che possono essere trattati nell’ambito dell’Intuitive Eating e sui quali mi soffermerò poco per volta in futuro ma, per ora, spero di avervi dato un’idea generale su questa filosofia di nutrizione che mi ha permesso di ottenere i risultati sperati a livello fisico ma soprattutto di godere di un benessere psicologico mai sperimentato prima, nonché le giuste energie per affrontare le mie giornate frenetiche ed i miei allenamenti intensi.

 

MZ

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